Inquinamento atmosferico: anche se moderato fa male ai polmoni

Anche un moderato livello di inquinamento atmosferico può causare un deterioramento della funzione polmonare che rivaleggia con il danno causato dal fumo. Questo almeno è quanto emerge da un nuovo studio.

Ormai di inquinamento si parla tanto, così come si parla tanto di tutti gli effetto negativi che sta avendo sulla nostra società. Lo vediamo anche nelle più semplici cose, in quelle frasi per pubblicizzare un negozio che nasce e si adegua alle regole per una convivenza ecosostenibile con la terra.

I ricercatori e questo nuovo studio

I ricercatori hanno studiato 303.887 uomini e donne britannici, con dati sulla salute polmonare raccolti da esami fisici e statistiche sull'inquinamento atmosferico geograficamente codificate agli indirizzi di casa dei partecipanti.

Gli scienziati hanno esaminato i livelli di PM2.5, le minuscole particelle inquinanti più piccole di 2,5 micrometri di diametro che possono essere particolarmente dannose per la salute. L'Environmental Protection Agency definisce 12 microgrammi di PM2,5 per metro cubo come il massimo per proteggere la salute di asmatici, bambini e anziani.

Anche se sono molte le campagne google ADS per click che mettono in evidenza i danno d’inquinamento, le autorità pubbliche di ogni parte del mondo non riescono a trovare la giusta soluzione. Per cui gli studi come questi continuano ad oltranza per capire quanto gravi sono gli effetti sulla nostra salute.

Le scoperte sensazionali: l’inquinamento lieve fa male

I ricercatori hanno scoperto che ogni aumento di cinque microgrammi per metro cubo in PM2,5 porta ad un aumento del 52% nelle diagnosi di malattia polmonare ostruttiva cronica, la malattia polmonare irreversibile che causa l'ostruzione cronica del flusso d'aria.

Ogni aumento di 5 microgrammi per metro cubo di PM2,5 ha portato ad una diminuzione della funzionalità polmonare equivalente al 29% della diminuzione causata dal fumo corrente e al 65% della diminuzione causata dall'essere un ex fumatore. L'effetto negativo era più di quattro volte maggiore dell'effetto del fumo passivo a casa.

Gli effetti sono stati particolarmente forti nelle popolazioni a basso reddito e nelle persone che lavorano dove c'è un'elevata esposizione all'aria contaminata.

Lo studio, nell'European Respiratory Journal, è stato condotto con estrema attenzione, facendo le giuste distinzioni per sesso, età, obesità e altre caratteristiche di salute e anche di altre caratteristiche prettamente legati al comportamento della persona.

"Abbiamo riscontrato una significativa riduzione della funzionalità polmonare anche a livelli relativamente bassi di PM2.5", ha affermato l'autore principale, Dany Doiron, ricercatore associato presso il Centro sanitario dell'Università McGill.